Dopo la sentenza su Calciopoli della Cassazione dello scorso 23 marzo che, pur ritenendo prescritti la maggior parte dei reati di frode sportiva, aveva confermato l’esistenza dell’associazione a delinquere e l’alterazione del campionato 2004/05 riconoscendo le conseguenze risarcitorie da far valere poi in sede civile, Luciano Moggi aveva fatto ricorso alla Suprema Corte contro la sentenza definitiva. Ricorso che è stato respinto e che spiana perciò la strada alle richieste di danni delle parti civili, ovvero la Figc, il ministero delle Finanze, la Federconsumatori Campania, l’ex presidente del Bologna Giuseppe Gazzoni Frascara e della holding Victoria 2000 che controllava il club, del Lecce, dell’Atalanta e del Brescia. Gazzoni Frascara e Atalanta hanno già attivato le cause (non solo nei confronti di Moggi) per un ammontare di 181 milioni di euro circa. La Figc ancora no, ma non c’è una scadenza per farlo. Nonostante la stessa Cassazione aveva escluso responsabilità penali da parte della Juventus, è stato tirato in mezzo anche il club bianconero per violazione della legge 231 (responsabilità di enti e società per i comportamenti dei propri dipendenti). Parallelamente, la Juventus ha attivato il ricorso al Tar con richiesta danni di 443 milioni di euro nei confronti della Figc e la prima udienza è calendarizzata per il 18 luglio prossimo.