La mia sul gol fantasma di Astori. Una riflessione banale, se volete, ma che non ho letto in maniera così diretta e senza giri di parole su nessun giornale. E’ scientificamente impossibile per un uomo posto frontalmente alla porta riuscire a valutare la giusta profondità del pallone e rilevare l’esatta posizione dell’estremità anteriore del pallone (che è sollevata da terra e che quindi va proiettata verticalmente sul terreno con una linea immaginaria perpendicolare, il tutto con la sfera in movimento ad una velocità di 3/10 di secondo tra il momento in cui tocca la traversa e quello in cui tocca il terreno. LOL!). Ci stiamo perciò scannando su una valutazione che, semplicemente, non può essere chiesta a nessun uomo per evidenti limiti biologici e scientifici. Tali limiti, assieme agli “scherzi” della prospettiva, erano talmente noti che si è pensato di porvi rimedio introducendo a supporto dell’arbitro gli assistenti di porta, posizionati con la giusta prospettiva laterale alla porta e quindi più avvantaggiati rispetto all’arbitro. Che non fosse una soluzione “definitiva” era facile prevederlo: anche quella decisione, infatti, causa velocità del pallone, è spesso impossibile da prendere con certezza ed è frutto di una mera sensazione. L’alternativa, la “tecnologia”, è a sua volta fallibile, avendo un margine di errore noto. Se poi tale decisione è davvero questione di 2-3 cm, siamo veramente a filosofeggiare.
Premesso che ritengo dalle inquadrature con la giusta prospettiva (laterale) e dalle ricostruzioni tecnologiche di Sky di poter affermare come non fosse gol (con buona pace del 99% delle foto apparse oggi sui giornali, tutte falsate dalla prospettiva sbagliata), e premesso che resto convinto che Guida non avesse alcuna possibilità di valutare correttamente (intendo senza dubbi), restano tre interrogativi.
1) Perchè l’arbitro si è fidato dei propri occhi, distanti e ingannabili dalla prospettiva sbagliata e non si è fidato del suo collaboratore che era più vicino e con una prospettiva corretta?
2) Perchè prima di comunicare la sua decisione ci ha pensato 6-7″? A cosa ha pensato in quei secondi? Solamente a ricostruire nella mente la dinamica del pallone? O sono subentrate altre valutazioni extra-calcistiche? Non sto parlando di complotti e controcomplotti, però se si parte dalla premessa (e si deve partire da lì) che l’occhio umano non sia in grado di effettuare una valutazione precisa, si sta dicendo appunto che l’arbitro valuta. Valuta discrezionalmente in base ad una percezione, perchè altro non può fare. Quando è più o meno sicuro, indica gol o non gol istintivamente, immediatamente. Quando non ne ha idea, probabilmente (immagino, io farei così) inizia a porsi la classica domanda che ci porremmo anche noi al suo posto: “E ora che fischio? Se non convalido e poi si scopre che è gol, domani i giornali (e il designatore) mi massacrano”. Da lì, per evitare quel tipo di problemi, non avendo comunque idea di quale sia la decisione corretta, si giunge tramite ragionamento all’assegnazione del gol (alla squadra mediaticamente più forte), anche andando contro la decisione di un collega meglio piazzato perchè non ci si fida abbastanza di lui da mettersi in una situazione di rischio altissimo come sarebbe stato un gol non assegnato alla Roma, con tutti i casini che ciò comporta. Questa, se ci affidiamo a valutazioni discrezionali scientificamente impossibili, è la problematica più importante da risolvere e l’impaccio più grande da togliere all’arbitro. Anche il solo dubbio che possa subentrare un ragionamento del genere, sommato all’impossibilità di valutare correttamente, è IL problema.
(Nota: tale discorso potrebbe valere esattamente se fatto nei confronti di un’altra squadra: vale nei confronti della Juve contro una piccola, vale nei confronti chessò dell’Inter contro la Juve, eccetera)
3) La tecnologia, in questo caso, toglierebbe tale onere (fardello, causa evitabile di stress, paura) all’arbitro che si sentirebbe in quel caso “tutelato” dall’aiuto tecnologico (si delega in toto le responsabilità e ci si “salva” da lamentele e ripercussioni). Perchè ci si ostina da Platini in giù a preferire invece lo “strumento” (sorry) dell’addizionale con la decisione e quindi la relativa responsabilità che comunque viene fatta gravare sull’arbitro? (quello che, come detto, scientificamente non può vedere)
Usando la logica, non è difficile ipotizzare una possibile soluzione che migliorerebbe davvero la vita all’arbitro e, probabilmente, falserebbe meno partite. La logica, però, nel calcio spesso è single: non la vuole sposare nessuno. A me, invece, piace.