Se la Procura di Torino avrà svolto un lavoro investigativo sufficiente a ottenere un processo e delle condanne, lo stabiliranno un GUP e poi dei giudici. Non è mia intenzione anticipare i loro verdetti, né sostituirmi a loro. C’è però un’interessante spaccato che emerge dalle intercettazioni e dal materiale raccolto dagli investigatori, e sono le critiche che gli stessi dirigenti (o meglio ex) bianconeri rivolgono… a se stessi e all’operato della Juventus in questi anni per cercare di capire cosa non abbia funzionato. Trovo che sia importante evidenziarlo in un articolo e parlarne perché appunto, al di là dei verdetti (l’invito è sempre ad essere garantisti e ad aspettare i giudizi, peraltro definiviti), queste critiche fanno capire come sia stata gestita la Juventus a livello economico e aziendale negli ultimi anni e perché ci siamo ritrovati con una serie di bilanci particolarmente negativi, nonostante due aumenti di capitale.
Quanto segue non costituisce alcuna prova (che tra l’altro si forma in dibattimento nel contraddittorio, e un dibattimento processuale e un processo ancora non ci sono stati: quelli raccolti dalla procura sono al massimo “elementi di prova”), quindi chiunque voglia attingerne parta da questa premessa, ma ritengo sia interessante per un confronto, anche perché su queste pagine sono temi che abbiamo spesso affrontato, senza avere (finora) il punto di vista…della Juve.
Inquadriamo innanzitutto il contesto. La procura mette sotto la lente di osservazione tre campionati, o meglio tre bilanci: quello 2018-19, quello 2019-20 e quello 2020-21. Lo fa perché tutti e tre si chiudono con un passivo pesante e progressivo di rispettivamente 39,9 milioni, 89,7 milioni e 209,9 milioni di euro che hanno richiesto due aumenti di capitale per complessivi 700 milioni di euro nel novembre 2019 e nell’ottobre 2021.
Notano gli investigatori che in questi tre bilanci, due dei quali fortemente influenzati dal Covid, quasi tutte le voci dei ricavi diminuiscono, in particolare i proventi da gare e il merchandising. Al contempo, il risultato operativo (MON, margine operativo netto) negativo è dovuto principalmente all’aumento degli ammortamenti dei calciatori, cresciuti dagli 82,9 milioni di euro del 2016/17 fino ai 197 milioni del 2020/21 (più che raddoppiati).
Nella voce dei ricavi, inoltre, spiccano quelli da proventi da gestione diritti calciatori (le cessioni, per capirci), che diventano la più significativa voce di ricavo fino a raggiungere il 29% del totale dei ricavi e proventi al 30.6.2020.
Nei tre esercizi presi sotto esame, le plusvalenze fatte registrare sono state rispettivamente in particolare di 126,5 milioni, di 166,1 milioni e di 29,9 milioni di euro. La procura attribuirà questo calo al fatto che la dirigenza bianconera abbia avuto in qualche modo contezza di essere finita sotto indagine e abbia posto un “tappo” a questa pratica largamente utilizzata negli anni precedenti. In realtà, come vedremo, c’è anche una sana e ricorrente autocritica degli uomini della Juventus che si accorgono di aver forzato la mano sulle plusvalenze e di averle utilizzate in maniera eccessiva e a volte “artificiosa” per sistemare i bilanci, ottenendo però vantaggi nel breve ma svantaggi altrettanto importanti nel medio.
Di nuovo: quanto segue non costituisce prova di nulla (anche perché si basa su un compendio di 544 pagg racchiuso nella richiesta di misure cautelari, respinte dal GIP, mentre il materiale completo consta di oltre 15mila pagine e ovviamente degli audio) e ci serve solo per capire il pensiero dei dirigenti riguardo la gestione della società negli ultimi anni.
HOW BAD IS IT?
“It’s bad!” (cit.). Ne parlano Federico Cherubini e Stefano Bertola (ex CFO) al ristorante (intercettazione ambientale) 1R.Int. 446/2021 intercettazione tra presenti del 22 luglio 2021. “In due anni…hai buttato tutto alle ortiche 700 milioni messi dagli azionisti, che di fatto ti sei pagato praticamente l’incremento di valore…”. “hai messo a rischio tutta una serie…perché questo? Perché un giorno hai deciso di mandare via due persone (Marotta e Mazzia?, ndr) che probabilmente era giusto mantenere…per cui hai messo le chiavi (in mano, ndr) a persone sbagliate o a persone (Paratici, ndr) che – come hai detto giustamente tu – avevano bisogno di altre persone… (Marotta, ndr)”. E ancora: “Allora, Fede, io sono convinto che se noi usciamo da questa roba qua, possiamo… (incomprensibile)… perchè la situazione è davvero complicata, io in 15 anni faccio un solo paragone: Calciopoli. Quando mi chiamavano e dicevano se andiamo in C cosa facciamo?… Solo quella l’ho vista più complicata, ed era fuori dal controllo perché, minchia, c’era tutto il mondo che ti sparava merda. Questa ce la siam creata noi!”.
TUTTA COLPA DEL COVID?
No. Dice infatti il presidente Agnelli in un’intercettazione del 3 settembre 2021 2R.Int. 458/2021, progressivo n. 255 del 3 settembre 2021: “Sì ma non era solo il Covid e questo lo sappiamo bene! […]. Perché noi abbiamo due elementi fondamentali: da un lato il Covid, ma dall’altro abbiamo ingolfato la macchina con ammortamenti […] E soprattutto la merda…perché è tutta la merda che sta sotto che non si può dire”. La “merda” è costituita da un eccessivo ricorso alle plusvalenze, come vedremo.
Ancora più esplicito è Marco Re (allora CFO) 3R.Int 428/2021, progressivo n. 26 del 16 luglio 2021: “Con la favola di dire che il Covid ha mangiato 340 milioni si allunga il naso a chiunque” […] l’ha sputtanato il Financial Times… […] è l’alibi delle squadre di calcio che già perdevano tanto prima”. Continua Re: “150, la metà, è attribuibile alla pandemia; l’altra metà era comunque per altro”.
LA BOLLA SCOPPIATA
“Altro” che viene spiegato sempre da Re 4R.Int. 428/2021, progressivo n. 28 del 16 luglio 2021: “La cosa devastante del Covid è che comunque ha falciato o ha scoppiato in maniera […] istantanea la bolla che si era creata in questi ultimi anni sui valori dei calciatori. E questo ti ha ingolfato, e hai grossi ammortamenti che a livello contabile ti danno anche fastidio, ma anche a livello di cassa grazie che hai quei giocatori lì […] “Ma tu pensa uno come Arthur, che per farti la plusvalenza Pjanic hai pagato 75 milioni, adesso ti vale… ti deve anche andare sotto i ferri, cioè, era palese no? Che non fosse uno da quella cifra lì. Adesso lo paghi, te lo porti avanti per 4 anni”.
Ne è consapevole anche Agnelli, che in una telefonata del 6 settembre 2021 5R.Int. 458/2021, progressivo n. 293 del 6 settembre 2021, con John Elkann, rivendica di aver preso sì dei rischi, ma di averlo fatto informando il CdA e avendo apportato dei correttivi quando necessario. Gli risponde Elkann: “Sì, però come ricordi, tu avevi detto che alla fine c’è stato, da parte della direzione sportiva, […] si sono allargati, ci sono tutta un serie di operazioni che loro hanno fatto…”. E Agnelli: “[…] esatto, facendo eccessivo ricorso allo strumento delle plusvalenze: poi se ti crolla il mercato, ti crolla il mercato! Questo è un dato di fatto!”.
LA GENESI
Sempre nella conversazione tenuta presso il ristorante “Comoler” di Torino tra Federico Cherubini e Stefano Bertola (CFO), Cherubini prova a capire la genesi di questa situazione. E dice: “[…] Dove si è innescato il circuito vizioso nostro? Ronaldo è il successivo: i soldi di Pogba li ho spesi su due clausole. Siamo stati arroganti sul mercato… […] Clausola, clausola, poi l’effetto trascinamento che questi trasferimenti hanno avuto lo vedi nella crescita degli stipendi. E’ stato incredibile”.
Cherubini, parlando con Andrea Agnelli al telefono 6R.Int. 458/2021, progressivo n. 385 del 15 settembre 2021, spiega: “Il progetto che è stato fatto quando abbiamo cercato di alzare il livello da Higuain in poi […] era legato al fatto – mi ricordo le valutazioni – che abbiamo una rosa della prima squadra che sta tendendo ad invecchiare: o facciamo un all-in di 2-3 anni oppure questa rosa non reggerà”.
Di all-in parla anche Stefano Cerrato (ex CFO), che dice 7R.Int. 471/2021, progressivi n. 1295 e n. 1296 del 27 settembre 2021: “sono stati assunti dei rischi economici in un momento sfortunato” in quanto “[…] noi abbiamo fatto grossissimi investimenti, bilanci in utile fino al 2018, performance sportive eccellenti, poi nella 18/19 è stato fatto un all-in con Ronaldo, De Ligt e così via e subito dopo è arrivato il Covid, quindi c’è stata una situazione che si son presi oggettivamente dei rischi […] ”
FUORI SCALA
L’all-in ha portato fuori scala i conti.
Dice Bertola in una conversazione telefonica 8R.Int. 428/2021, progressivo n. 207 del 2 agosto 2021: “Non possiamo raccontare palle dicendo che questo (aumento di, ndr) capitale è per lo sviluppo perché non lo è […] noi in questo momento abbiamo un rapporto tra le risorse che siamo in grado di generare, anche con attività di sviluppo, di razionalizzazione, di efficientamento […] e quello che spendiamo che non è sostenibile, questo deve emergere!”. E ancora 9R.Int. 428/2021, progressivo n. 314 del 10 agosto 2: “Siamo andati decisamente in over spending […] cioè 700 milioni in due anni stiamo chiedendo… E non bastano […] Non posso andare a dire guardate, continuo a spendere come prima – che ero fuori di decine se non centinaia di milioni all’anno – ok? Cioè non posso andare a dire che spenderò quelle cifre lì e non posso neanche promettere che le genererò”.
I soldi dell’aumento di capitale, sono addirittura ritenuti insufficienti. Dice infatti Arrivabene, al termine di una conversazione con Stefano Cerrato (CFO) 10R.Int. 471/2021, progressivo n. 1985 del 19 ottobre 2021 che si lamenta dei costi di alcuni acquisti effettuati per la Under 23… “Fatti i conti della serva noi dovevamo fare, per star tranquilli, un aumento di capitale di 650 milioni, non di 400 […] per sanare”.
LE PLUSVALENZE DI PARATICI
Dice Cherubini nel famoso pranzo con Bertola. “Il problema è che noi oggi lavoriamo su un pregresso troppo pesante. […] io credo che negli ultimi anni…ma io, è stato il mio oggetto di discussione con Fabio (Paratici, ndr) tante volte […] Fermiamo questa emorragia… cioè, hai attivato una modalità lecita ma l’hai spinta troppo, perché poi hai creato un fuori giri! È una coda lunghissima…e che ti ha portato a fare delle operazioni che altrimenti in un contesto di normalità non puoi fare…Spinazzola-Pellegrini non puoi farlo!”
Per avere un’idea di quanto fuori giri si sia arrivati, Cherubini dice: “Beh, noi alle prime riunioni di marzo si parlava di fare 300 milioni di quelli (plusvalenze, ndr) eh! Io ti giuro c’ho avuto delle sere che tornavo a casa e mi veniva da vomitare solo a pensarci…perché voi…dietro quell’idea di Fabio…è evidente che quell’operazione è diversa dal vendere cash, perché quando vendi cash è la situazione migliore, vuol dire che c’è uno che vuole a tutti i costi il tuo giocatore e allora lo viene a comprare che sia da 3 milioni, da 30 o da 50, porta a un…le altre son tutte da costruire con agenti che sanno che tu hai interesse a farla, con i giocatori che se ne approfittano, sono operazioni… io quando vedevo quei numeri… fortuna che…alla luce delle recenti visite ci siamo fermati…però per me non è… se dovevo giustificare anche un’ulteriore campagna fatta in quel modo.. .allora lì diventava complesso!”.
Continua Cherubini: “A un certo punto noi abbiamo perso la definizione (incomprensibile), e purtroppo creando quel volano, perché siamo molto organizzati dal punto di vista delle operazioni di mercato: avendo una struttura con tante persone che lavoravano, noi ci siamo permessi di fare dei numeri di operazioni, anche tecnicamente, che un’altra società non avrebbe sopportato. Noi abbiamo fatto numeri di trasferimenti… perché eravamo molto organizzati e molto… ma abbiamo sostenuto, pompato quel meccanismo, sostenendolo con quelle operazioni scambio (plusvalenze, ndr)… non so, è stata una cosa che se ci penso adesso dico «ma come mai non ci siamo fermati prima?»”.
Lo sfogo continua: “Io perché sono andato in difficoltà negli ultimi anni? (nella gestione del settore giovanile, ndr). Mi sentivo che mi stavo vendendo l’anima, perché a un certo punto stavo facendo delle cose, ero complice di alcune cose, anche per una questione di ruolo dovevo dire a Fabio «non son d’accordo», ma poi se lui diceva «si va», si va. […] e io gli dicevo «vedi di sistemare la cosa, togli i ragazzi (dalle operazioni di plusvalenza, ndr), smettiamo di fare operazioni da 10 milioni sui nostri giocatori perché sono i primi che andranno…» «No ma figa, no ma no, non capisci un cazzo, tanto come facciamo da 4 (milioni, ndr) facciamo da 10, non è un problema».
Questo sistema delle plusvalenze ha permesso alla Juventus di sistemare diversi bilanci (ripeto: in nessun modo qui si esprimono giudizi sulla rilevanza penale, mentre a livello sportivo c’è già stata una doppia assoluzione, giova ricordarlo). Ne parla il giornalista Guido Vaciago con Fabio Paratici riportandogli una conversazione avuta 11R.Int. 441/2021, progressivo n. 2896 del 21 settembre 2021 con un dirigente bianconero: “Non è che Paratici si svegliava la mattina e diceva: oggi voglio fare una bella plusvalenza! […] a un certo punto facevate due conti, lo chiamavate e gli dicevate: devi fare 100, devi fare 150, devi fare 70 […] e poi lui ve le faceva! E ringrazia che le faceva perché così avete mascherato i problemi per 3 anni!”. Al che Paratici gli risponde “Eh, No! Per 6 o 7! Però va bene.., magari 3! Magari 3! Magari 3!!”.
PARATICI SENZA CAPPELLO
Ritorna la conversazione ambientale Cherubini-Bertola. Si parla proprio di Paratici. Dice Cherubini: “Il cappello sopra Fabio, io l’avrei messo a sua tutela, perché Fabio è campione del mondo, trequartista, numero 10…però secondo me viene valorizzato da chi gli dà equilibrio, equilibrio da sopra, che ogni tanto gliene stoppa uno”. “Da sopra”, dice Bertola, “non da sotto o di fianco”. Risponde Cherubini: “Da sotto o di fianco è impossibile, te lo dico perché abbiamo fatto delle discussioni con lui, con te avrà fatto l’ultimo anno, sai che quando prende una cantonata… cioè, è uno che ha una capacità…per me è palese che sta facendo una cazzata ma la difende come se sta facendo la cosa più…ha un’auto capacità secondo me prima di convincere se stesso perché se no non puoi… […] va in loop, e non vede altro. Quindi io gli scrissi 3 anni fa quando andò via Marotta e mi disse «tu vieni con me perché tu farai una parte delle cose che faceva Marotta», io gli dissi «Fabio vengo lì a fare quel lavoro sporco perché non lo vuoi fa’, perché te in sede non vuoi andare, all’ufficio del personale non vuoi andare, al commerciale non vuoi parlare, ma non farò Marotta perché Marotta sarà una figura, se te la mettono, che quando tu dici “compro questo” dice “aò, quest’operazione non si può fare” e te probabilmente ti rimetti in mare e ne cerchi una migliore. Lui a un certo punto non aveva più questo filtro, e quindi poi è entrato in un loop […] poi come dici te. ..non era… non agiva per la Paratici Srl, agiva per la Juventus”.
Un cappello sarebbe potuto essere, secondo Cherubini, il neo AD Arrivabene. “Io vedevo che Fabio se si svegliava la mattina e c’aveva mal di testa o beveva un bicchiere… poteva firma’ 20 milioni senza dirlo a nessuno. Quello era pericoloso. Per cui, ti dico, io a cosa penso oggi, Arrivabene può essere importante nella misura in cui ricrea quella figura un po’ di… della parte sportiva”. Il cappello, come sappiamo, resterà, ma Paratici no: passerà al Tottenham insieme ad Antonio Conte lasciando il posto proprio a Federico Cherubini.
LE VARIABILI
C’è un’ultima conversazione interessante 12R.Int. 458/2021, progressivi n. 629 e 631 del 17 settembre 2021 sempre a proposito degli aumenti degli stipendi (o in generale dei costi dei calciatori). Avviene tra un membro del CdA della Juventus, Francesco Roncaglio, e Arrivabene, AD, e fa capire le difficoltà che sono emerse nel comprendere la reale situazione degli investimenti effettuati. Dice Roncaglio: “Guarda quell’intervento che ho fatto io (in assemblea, ndr) sul cash flow è proprio il peccato originale di questi anni perché se non si considerano gli investimenti dei calciatori pieni, cioè pieni nel senso non in funzione del fatto che li pagherò in N anni, ma che ho preso un impegno oggi per allora e quindi devo considerare tutto l’impegno che ho preso oggi, io alla fine con qualche scambio…con qualche operazione di smobilizzo […] tengo ben sotto controllo la PFN (la posizione finanziaria netta, ndr), ma la verità è che sotto bolle e cresce una PFN che io non ne tengo conto oggi, ma che ormai è già!”. Arrivabene spiega meglio la questione: il contratto con i giocatori “è costruito su delle variabili molto, ma molto facili da raggiungere e altre un pochino più difficili, e sottolineo un pochino […] questo droga anche le trattative di mercato, nel senso che […] teniamo un fisso basso, in maniera tale che a bilancio si iscrive solo il fisso perché le variabili i revisori non le considerano!”. Ancora Roncaglia: “E’ come il discorso di far vedere le potenziali liability (fonetico) delle opzioni, ma voglio dire: ho capito che verranno esercitate eventualmente nel tempo […], ma ormai è quasi come se fossero dei derivati, cioè delle cose fuori bilancio che noi non vediamo, perché sono potenziali, però datemi almeno l’ordine di grandezza!”.
Questa è – a grandi linee – ciò che la Juventus stessa pensava della situazione in cui siamo finiti e sono alcuni spunti per cercare di capire il motivo per cui, per citare Andrea Agnelli, si sia “ingolfata la macchina”. La Procura ci vede, nelle operazioni effettuate dai dirigenti della Juve (non sono entrato nel dettaglio volutamente), dei profili penali. Ovviamente andrà tutto eventualmente dimostrato. Ricordo infine ancora una volta che sulle plusvalenze c’è già stato un giudizio definitivo a livello sportivo che ha assolto la Juventus e ogni altro indagato.
- 1R.Int. 446/2021 intercettazione tra presenti del 22 luglio 2021
- 2R.Int. 458/2021, progressivo n. 255 del 3 settembre 2021
- 3R.Int 428/2021, progressivo n. 26 del 16 luglio 2021
- 4R.Int. 428/2021, progressivo n. 28 del 16 luglio 2021
- 5R.Int. 458/2021, progressivo n. 293 del 6 settembre 2021
- 6R.Int. 458/2021, progressivo n. 385 del 15 settembre 2021
- 7R.Int. 471/2021, progressivi n. 1295 e n. 1296 del 27 settembre 2021
- 8R.Int. 428/2021, progressivo n. 207 del 2 agosto 2021
- 9R.Int. 428/2021, progressivo n. 314 del 10 agosto 2
- 10R.Int. 471/2021, progressivo n. 1985 del 19 ottobre 2021
- 11R.Int. 441/2021, progressivo n. 2896 del 21 settembre 2021
- 12R.Int. 458/2021, progressivi n. 629 e 631 del 17 settembre 2021