Per BORRELLI “non v’è dubbio” che dal materiale raccolto emerga un “vero e proprio sistema” finalizzato a favorire alcune compagini nelle gare disputate e quindi, per naturale conseguenza, a sfavorirne altre. Così facendo “l’intero sistema ne viene compromesso, perché i risultati non dipendono dai reali valori in campo, ma sono fortemente influenzati da decisioni prese lontano dal rettangolo di gioco”. Pilastro fondamentale per attuare tale progetto è il controllo della stampa.
Tutto ruota attorno alla trasmissione “Il processo di Biscardi”, che di fatto sarebbe “controllata” grazie alla presenza degli “amici” BALDAS, MELLI e DAMASCELLI e ai “tifosi-opinionisti” (letterale) come SPOSINI e CALABRO’ (pensate un po’ la serietà di un dibattito con interventi di “tifosi-opinionisti”…). Le intercettazioni telefoniche raccolte dalla procura sono state ritenute “sufficienti” (tradotto: non sono state fatte ulteriori indagini dall’Ufficio… indagini) poiché “dimostrano, in modo davvero inequivoco, il totale e imbarazzante asservimento di alcuni protagonisti di trasmissioni calcistiche al volere di MOGGI”.
In realtà basterebbe ricordare, per comprendere davvero di cosa si sta parlando e riportare tutto sui giusti binari, come lo share medio (0.4%) fosse in realtà molto basso, e il peso specifico di una trasmissione di Telemontecarlo fosse quindi risibile se paragonato ad un “tiggì” o un approfondimento di Mediaset (il ten. Col. AURICCHIO in aula ha negato qualsiasi collegamento anche indiretto col Milan), piuttosto che ai servizi sportivi della redazione romana di Rai Sport. Ma il punto è un altro, e dobbiamo per forza di cose (lo faremo spesso) tornare al discorso fatto in premessa di tutto: non si è mai fatto un processo al calcio (Calciopoli), ma come già spiegato si è solamente indagato penalmente (e come conseguenza anche sportivamente) Luciano MOGGI. Vi cito a tal proposito un’illuminante dichiarazione in merito rilasciata dal sempre…rosso Aldo BISCARDI: «Sa qual è il problema? Che hanno intercettato il cellulare di MOGGI. Se avessero intercettato il mio avrebbero scoperto che parlo così con tutti, che tutti mi chiamano per chiedere cose, “e fammi ’sto piacere”, “e aiutami qui”, “e m’hanno negato un rigore, dagli addosso con la moviola”. E io a tutti dico: “Sì vabbè, poi vedo che posso fare” eccetera. Io sono fatto così, parlo in questo modo con tutti. Poi però, ciò che conta è quello che io faccio vedere in tv, se accetto le richieste dei potenti o se me ne fotto e faccio di testa mia».
Non è, per chiarirci, un discorso alla “così fan tutti”, il mio, ma come si può avere l’arroganza di pensare di poter giudicare i “rapporti con i media” se si è così superficiali (o scientifici, dipende dai punti di vista) nelle indagini?
La relazione comunque continua, passando alla Rai. BORRELLI (così come fatto dai Carabinieri) fa riferimento a dichiarazioni “gravi” rese da Enrico VARRIALE e Francesca SANIPOLI nei confronti di Ignazio SCARDINA e dell’utilizzo improprio di Ciro VENERATO, spedito sempre a fare i servizi sulle partite della Juventus con continui abusi nei confronti dei colleghi, scavalcati. «A quanto mi risulta MOGGI è stato l’unico dirigente di società di calcio a sviluppare attività invasiva nelle scelte della testata giornalistica sportiva tanto da poter imporre anche la presenza di un inviato (Ciro Venerato, ndr), che formalmente non rivestiva tale qualifica, che di fatto svolgeva attività di assoluto contrasto con le regole della trasparenza del servizio pubblico», la bordata di VARRIALE.
Peccato essersi limitati ai “mi risulta”. Nelle informative, in particolare, si fa riferimento come caso specifico – dandone tanto rilievo – ad un Lecce-Juve, allenatore ZEMAN ed arbitro DE SANTIS. Insomma, lo scenario perfetto. Per gli inquirenti, VENERATO (che – parentesi – non è neanche juventino) è “usato” per scongiurare un “pericolo imminente” (cit.), cioè per evitare che qualche suo collega (evidentemente “libero”) intervistasse ZEMAN, o ci facesse il solito servizio magari accennando al “doping” o a presunti favori arbitrali del DE SANTIS. Sapete come MOGGI ottiene VENERATO da SCARDINA? Con questa telefonata (per giunta trascritta dai Carabinieri): «No no no è una questione di scaramanzia dai, fammi un favore! Ti chiedo un favore una volta… cambialo e mandamelo laggiù, dai, tanto spese non è hai perché lo riporto io con l’aereo …. Nooo se no mi fai toccà le palle fino a domenica poi se perdo so cazzi tua eh ….. no no no mandamelo laggiù dai… oh, una volta che ti chiedo una cortesia me la devi fa, dai!». Questo chiede MOGGI al “sodale” (sodale? Poco ci manca si inginocchi pure…) SCARDINA: lo deve quasi implorare! Ma ci riesce. VENERATO va a Lecce, e la Juventus vince 1-0 con gol di DEL PIERO. VENERATO fa il suo bel servizio sulla partita, e per gli inquirenti non mette in difficoltà la Juve. Questo almeno a sentire l’accusa, perché poi ci sono i fatti. E dicono che il servizio fu sul rientro dall’infortunio di Del Piero, e non sulla partita. Un “secondo servizio”, d’accompagnamento a quello principale, fatto da un giornalista “non Moggiano” (ammesso VENERATO fosse Moggiano). Ma non solo. Sentite come si sfoga MOGGI con lo SCARDINA (ricordiamo: sodale e cupolaro pure lui): «Domenica avete fatto veni’ (alla Domenica Sportiva, ndr) ZEMAN e SEMERARO in televisione. Già c’è BONIEK, questo è pe rompe i coglioni alle persone!».
Insomma pagine e pagine su VENERATO mandato per non far parlare ZEMAN (dicono), e poi il boemo è ospite della trasmissione più seguita della Rai assieme al presidente del Lecce e all’antijuventino BONIEK, a formare un terzetto che ne disse talmente tante che – e anche questo è nelle informative – Mino RAIOLA fu costretto a chiamare MOGGI, furioso, chiedendo di poter intervenire in diretta in trasmissione per difendere il suo assistito NEDVED dalle accuse del tecnico leccese. Questo sarebbe il “potere” bianconero in RAI. Lo sconosciuto VENERATO (a fare un pezzo d’accompagnamento neutro) da una parte, una trasmissione intera totalmente antijuventina dall’altra. E tutta la colpa a VENERATO e al suo servizio su Del Piero.
Ma non è tutto: in tribunale si è scoperto infatti come il giornalista napoletano fosse in realtà un “collaboratore” e per tanto veniva mandato, in occasione dei match più importanti, a fare appunto il “secondo servizio”, quasi sempre di colore (ecco perché lo fece su Del Piero al rientro e non sulla partita). Non solo: le scelte di SCARDINA (allora caporedazione e responsabile sezione Sport della Rai), incluse quelle di chi mandare a fare i servizi, erano soggette all’approvazione dei vicedirettori (BELLARDI, VOLPI, GIUBILO, DE PAOLA e ZERMIANI) ed in ultima analisi del direttore MAFFEI. Come faceva, perciò, da solo, a lavorare per MOGGI quando ogni sua scelta “di parte” poteva essere bloccata con un veto? Anche in questo caso, come per i sorteggi (con riferimento a giornalisti e notai), non si sarebbe dovuto chiedere il rinvio a giudizio per tutti, anche a credere alla teoria di RAI Sport “pilotata” da MOGGI?
Chiudiamo con un dato: Ignazio SCARDINA è stato reintegrato in RAI (tra lo “sconcerto” dell’ODG, ma questa è un’altra storia..), Ciro VENERATO ha avuto il suo contratto confermato e la SANIPOLI, grande accusatrice, si è vista rigettata la causa intentata per mobbing contro la Rai dove è stato accertato come abbia fatto quello che doveva fare “da contratto” e a volte che l’abbia fatto anche più di altri: quando non lo ha fatto – è nero su bianco – è perché era in malattia o in congedo matrimoniale.
Questo era (per loro) il potere – l’unico – esercitato sui media da parte del mondo del calcio (cioè di MOGGI). Francamente un’offesa all’intelligenza, soprattutto se si ricorda come gli stessi giornali di Famiglia (cfr: intercettazioni tra MOGGI e TOSATTI) ostacolassero la dirigenza bianconera (tanto che MOGGI prospetta l’idea di lasciare la Juve, distrutto) e come, dai tempi del direttore CANNAVO’, anche la Gazzetta dello Sport, dove tuttora la “Giovanni Agnelli & C. S.A.p.A.” risulta proprietaria al 10,497% (secondo maggior azionista), ha alimentato quel rancore giustizialista da “tutti al rogo” che, come dichiarato dal dott. SERIO, spinse la Corte d’Appello Federale a giudicare sull’onda emotiva del “sentimento popolare”.